sabato 10 settembre 2016

MYTH BUSTER: Cosmeceutical. Cosa è? Che significa?

MYTH BUSTER: Cosmeceutical. Cosa è? Che significa?

MYTH BUSTER: Cosmeceutical. Cosa è? Che significa?


Il Topatto gioca col topo o col gatto ?

Il Galloronte
La Mantidaffa
Il Topatto
Il Cavoca
Il Gufupo

Viene spontaneo pensare che il cosmeceutical sia una specie di ibrido fra farmaco e cosmetico.
Accade anche per simili neologismi compositi : nutriceutico ecc… In realtà, da un punto di vista legislativo in Europa, la categoria dei cosmeceutical non esiste: esiste il cosmetico o esiste il farmaco ed un prodotto può essere solo uno o l’altro.Ci sono ibridi impossibili.

Il termine “cosmeceutical” è quindi un termine con precise funzioni di marketing e di comunicazione, che può venir adottato dall’azienda produttrice per promuovere alcune caratteristiche del suo cosmetico, ma che può confondere il consumatore sulle finalità del prodotto se fa intendere che il cosmetico abbia effetti farmacologici o terapeutici.
Pare che la parola “cosmeceutical” sia stata coniata oltre 30 anni fa da Albert M. Kligman durante una sua presentazione al Meeting annuale della Società dei Chimici Cosmetologi.
Nelle intenzioni di Kligman il termine doveva agevolare una ridefinizione secondo la normativa americana di cosa può fare il cosmetico.

Infatti secondo il 1938 FOOD, DRUG, AND COSMETIC ACT il cosmetico negli USA si distingue dal farmaco in quanto non può essere inteso per agire su struttura e funzioni del corpo (“intended to affect the structure and function of the body”). Con una definizione così rigida la normativa USA di fatto esclude qualunque funzionalità ed efficacia fisiologica del cosmetico .
Kligman che deve la sua fama anche all’utilizzo dell’acido retinoico e dei suoi derivati tentò di by-passare le limitazioni normative Americane cercando di comunicare che a tutti gli effetti anche le formulazioni cosmetiche potevano mostrare una loro funzionalità ed efficacia interagendo con fisiologia e metabolismo della pelle.

Ma a volte “basta la parola” ed i marketers  USA se ne impadronirono approfittandosi del fatto che mancando una chiara ed univoca definizione, ogni cosmetico poteva autopromuoversi al rango di cosmeceutical purchè avesse almeno un ingrediente funzionale al suo interno.
In USA nacquero polemiche su polemiche tra esperti ed operatori del settore.
La FDA americana ha sempre chiarito che se un prodotto ha le proprietà di una farmaco, contrariamente al cosmetico, deve essere preventivamente approvato dalla FDA stessa.
Al contrario uno dei vantaggi nel commercializzare un cosmetico autoproclamatosi “cosmeceutical” è proprio quello di non dover superare costose e lunghe pratiche di approvazione sanitaria.
Difficile trovare una definizione condivisa nonostante il mercato USA dei prodotti che si autodefiniscono “cosmeceutical” abbia raggiunto quote imponenti e decine di libri e pubblicazioni ne parlino. Anche l’approccio originario di Kligman non genera il necessario consenso.
Considerare il cosmeceutical come un cosmetico con una maggior funzionalità si scontra col fatto che di qualunque sapone non si può dire che non sia funzionale , se invece lo si classifica per la qualità ed il tipo degli ingredienti “funzionali”, questi non sono esclusivi e possono entrare in qualunque formulazione cosmetica rendendo la classificazione come “cosmeceutical” solo un arbitrario claim pubblicitario.

Albert M. Kligman - Cosmeceuticals: Do We Need a New Category?


Nel cosmetico europeo qualunque ingrediente utilizzato anche nei farmaci, se non è elencato tra le sostanze proibite dell’Allegato II, può essere utilizzato , ma nessun cosmetico può vantare finalità o efficacia terapeutica o farmaceutica.

In Italia “I Cosmeceutici®” è un marchio registrato ed a maggior ragione non potrebbe essere utilizzato per rappresentare una categoria o una qualità di alcuni prodotti senza l’autorizzazione del proprietario del marchio.

Rodolfo Baraldini
                

 

Nessun commento:

Posta un commento