martedì 11 ottobre 2016

La Colorazione dei capelli

La Colorazione dei capelli

La Colorazione dei capelli

Il cosmetico per la cura dei capelli rappresenta una quota molto grande del mercato. In alcuni paesi, come il Brasile, il fatturato dell’hair care supera quello dello skin care. In questo scenario una quota rilevante è legata alla colorazione dei capelli. Il segmento colorazione è uno dei più ricchi, ma anche uno dei più specializzati. Il settore è poi sotto osservazione per la sospetta pericolosità delle sostanze utilizzate.  
Alcune aziende e marchi prestigiosi fanno quasi solo prodotti per colorazione dei capelli considerando gli altri prodotti per hair care solo una integrazione dell’offerta.
Per una serie di ragioni, anche considerando i diversi assetti normativi nazionali alla luce di alcuni rischi specifici per la salute, la colorazione dei capelli richiede un know how produttivo molto specialistico.
Una lettrice mi segnala anche la crescita, alimentata dal web, del fenomeno delle colorazioni autoprodotte, con gessetti colorati o artifizi simili, Considerando l’utilizzo secolare di carbone vegetale e di vari solfati e solfuri ( si utilizzavano già nella antica Grecia e Roma ) per colorare i capelli, sembra una riscrittura un po’ infantile di antiche pratiche cadute in disuso per la pessima qualità dei risultati oltre che per qualche problema di sicurezza.

Classificazione

Le tinture/colorazioni si possono classificare in funzione della durata/sostantività/resistenza ai lavaggi in temporanee, semipermanenti e permanenti. Possono anche essere classificate in funzione del meccanismo di azione in ossidative e non ossidative o dirette. Con dirette si intende che il pigmento non si forma con reazioni chimiche all’interno del capello ma è già formato nel prodotto che viene applicato.
La maggioranza delle tinture permanenti sono ossidative ma da qualche tempo sono state sviluppate anche tinture permanenti non ossidative.
Poi per alcune caratteristiche formulative e applicative si possono distinguere le tinture professionali da quelle domiciliari. Infine il mercato segmenta anche in funzione della provenienza le tinture erbali, vendute come basate solo su estratti erbali, da quelle non erbali.

Il colore dei capelli

I capelli bianchi non sono bianchi, sono trasparenti ed appaiono bianchi per effetto della diffrazione della luce così come appare bianca la neve o un vetro satinato.
Diventano fisiologicamente biondi, castani, rossi o bruni in funzione della quantità e del tipo di melanina che progressivamente si deposita nel capello durante la sua crescita. La concentrazione di melanine è compresa tra il 2‰ dei capelli biondi o rosso chiari ed l’ 8‰ dei capelli neri. Il contributo di altri pigmenti, di cui spesso si parla nelle scuole per coloristi o parrucchieri, come le rosse trichosiderine, nei capelli umani non è dimostrato abbia alcuna influenza sul colore, se non a livello di sfumature secondarie alla nota di colore data dalla concentrazione totale di melanine e dal rapporto tra eumelanina e feomelanina. I meccanismi che regolano il trasferimento dei granuli di melanina dai melanociti al capello sono complessi come quelli prevalentemente genetici ed ormonali che regolano la nostra pigmentazione cutanea ma diversi. Lo dimostra il fenomeno dell’incanutimento del capello legato all’età, fenomeno che non ha un suo equivalente nella pelle. A complicare la faccenda, anche il fatto che l’incanutimento appare mediato da perossido di idrogeno ma che anche alcuni fattori di crescita del capello sembrano mediati dal perossido d’idrogeno. La cosa mette sotto una luce particolare la lapalissiana constatazione che chi ha i capelli bianchi non è calvo. Senza addentrarci sul perché i perossidi da una parte degradano le melanine, dall’altra possono “stimolare” la crescita del capello, il colore finale del capello è condizionato dalla quantità di melanine residue, cioè da quelle trasferite nel momento della generazione del capello meno quelle degradate per l’esposizione a vari agenti, fisici e chimici.

I coloranti per capelli

Per ripristinare il colore naturale o per coprirlo e modificarlo si possono applicare delle tinture che in base a quanto penetrano ed aderiscono al capello possono resistere anche molti mesi. La domanda estetica di colorarsi i capelli ha origini antiche e si rintracciano tracce di colorazione dei capelli nelle mummie egiziane. Le sostanze utilizzate, fino a pochi anni fa erano decisamente problematiche. Tuttora ci sono molte preoccupazioni per eventuali rischi per la salute in qualche modo correlati alla colorazione dei capelli. In Usa, dove non esistono restrizioni specifiche sugli ingredienti cosmetici e solo 9 sostane sono proibite, solo i coloranti utilizzabili nel cosmetico devono essere preventivamente approvati dalla FDA. In Giappone questi prodotti per capelli non sono normali cosmetici, ma quasi drug, che richiedono una approvazione specifica ministeriale. In europa un apposito allegato del regolamento definisce le sostanze utilizzabili per la colorazione dei capelli ed un apposito workgroup in una decina di anni ha proibito l’utilizzo di centinaia di sostanze tintorie, anche se autorizzate in altri paesi. La gamma dei colori è amplissima, anche se l’effetto finale, quasi sempre intende replicare una colorazione “naturale” del capello: biondo, castano, bruno. Tecnicamente la tintura si distingue più per il tono, cioè il grado di saturazione del colore, che per il colore. Il tono che va dal biondo chiarissimo (platino) al nero viene poi modulato con riflessi, sfumature, colori secondari, nuance. Come per le melanine nella colorazione fisiologica, il tono dipende molto dalla concentrazione di pigmento trasferito al capello, ma non ho notato significative variazioni di prezzo tra colorazioni chiarissime e nere. I professionisti della colorazione, oggi si può pensare al colorista come ad una specializzazione professionale ben definita, possono ottenere praticamente ogni colore ed effetto modulando poche tinture “base” rispetto al colore di “fondo”, ma sono richieste conoscenza, esperienza e arte non indifferenti, pertanto anche nel mercato professionale l’industria fornisce una gamma di nuance preformulate, codificate e nominate in modo arbitrario, molto ampia che “semplifica” enormemente il lavoro e amplifica il volume delle vendite.

Coloranti temporanei

I coloranti temporanei o diretti agiscono depositando sulla superficie del capello il pigmento in genere ad alto peso molecolare. La penetrazione e l’effetto coprente sono molto ridotti. Alcuni, ad esempio alcune tinture per capelli spray, come i gessetti colorati al primo lavaggio vengono rimossi, altri possono resistere per 8 shampoo. In genere sono formulazioni acide , con caratteristiche anioniche, utilizzate per una colorazione progressiva, con applicazioni quotidiane anche all’interno di shampoo e comunque in veicoli acquosi.

Gli ingredienti tipici possono essere :

il colorante temporaneo si deposita solo sulla superficie del capello

Con concentrazioni anche del 2% si possono realizzare colorazioni temporanee efficaci anche con una sola applicazione da lasciare in posa 30′/1 ora. Si possono realizzare diverse colorazioni miscelandoli. Se il capello è poroso, tipico il capello ossigenato o che ha subito altre colorazioni precedenti, la tintura temporanea opportunamente formulata può resistere anche a 4/8 shampoo.

Coloranti semipermanenti

I coloranti semipermanenti possono resistere da 6 a 20 o più shampoo. Sono per lo più basici con caratteristiche cationiche e basso peso molecolare. Una certa affinità con la keratina ne agevolerebbe la penetrazione ed adesione nel capello. Il processo tintorio non è ossidativo e ma l’alkalinità del prodotto induce l’apertura dell scaglie della cuticola che poi richiudendosi trattengono il pigmento nel capello. Una sola applicazione lasciata in posa da 10 a 45 minuti può produrre una colorazione intensa, coprente e relativamente duratura.
Per aumentare la resistenza agli shampoo delle colorazioni semipermanenti possono essere associate ad un precursore ossidativo, in genere perossido di idrogeno. Sul mercato, ma non è affatto uno standard codificato le colorazioni semipermanenti più durevoli possono essere chiamate demi-permanenti. Come per la definizione e codifica del tono e del colore non c’è uno standard che imponga alle aziende una nomenclatura omogenea, pertando la distinzione tra semi e demi permanente viene arbitrariamente decisa dei produttori.
Oltre ai coloranti basici si possono utilizzare delle nitro aniline che si diffondono ed aderiscono al capello sfruttando forze diverse. Sono molecole con una anello amminico neutrale, altamente polari, che integrano e stabilizzano la colorazione dei coloranti basici/cationici.
Gli ingredienti per la colorazione semipermanente possono essere:
HC YELLOW NO 2, 4, 9, 10, 12
HC ORANGE NO 1, 2
HC BLUE NO 2, 7, 11, 12, 14
HC RED NO 1, 7, 10, 11, 13
HC VIOLET NO
HYDROXYETHYL-3,4-METHYLENEDIOXYANILINE HCL
N-PHENYL-P-PHENYLENEDIAMINE
BASIC RED, YELLOW, BLU, BROWN
La maggioranza sono utilizzabili con restrizioni specificate nell’allegato III del regolamento europeo, molti utilizzabili anche in tinture ossidative.

Coloranti permanenti


il colorante permanente si forma all'interno del capello
Le tinture permanenti rappresentano la stragrande maggioranza del mercato sia per l’uso professionale che per quello domiciliare. Hanno la miglior capacità coprente dei capelli bianchi e possono depositare il colorante sotto la superficie del capello in modo che non venga rimosso dai normali lavaggi.
Le principale tecniche per una colorazione permanente dei capelli sfruttano dei coloranti di ossidazione, cioè sostanze, precursori, che attraverso reazioni di ossidazione creano l’effettivo pigmento nel capello. I precursori, intermediari primari o modificatori di reazione, una volta penetrati, attraverso una reazione di ossidazione formano complessi colorati e di più alto peso molecolare che non fuoriescono dal capello. La reazione deve avvenire in ambiente alcalino, che ha sempre l’effetto di aprire/allargare le scaglie della cuticola ma che poi può intervenire anche sul pigmento, riducendone l’intensità del colore. La formulazione tipica di queste tinture per ossidazione comporta la presenza di 4 agenti:

- precursori base del colore, intermedi di reazione

composti organici derivati del benzene in cui sono presenti gruppi amminici – NH2 o ossidrili – OH in posizioni orto o para.
I più comuni:

- modificatori di reazione, accoppianti

composti organici derivati del benzene in cui sono presenti gruppi amminici – NH2 o ossidrili – OH in posizione meta. Meno suscettibili all’ossidazione dei precursori base del colore non producono colore di per se ma possono nelle reazioni di ossidazione degli intermedi modificarne il colore.
I più comuni:

- agenti alcalinizzanti

necessari per aprire le scaglie della cuticola e mantenere il corretto pH nelle reazioni di ossidazione.
I più comuni :

- agenti ossidanti

L’acqua ossigenata permette la formazione dei pigmenti di ossidazione, ma contemporaneamente decolora il capello, cioè modifica la melanina o altri cromofori o pigmenti già presenti sul o nel capello. Questa azione permette di ottenere un colore più chiaro e diverso da quello precedente.
La scelta della concentrazione di acqua ossigenata ( da 10 a 40 volumi ) viene determinata dal tipo di colore che si vuol ottenere o dalla percentuale di capelli bianchi presenti.
Sono poi normalmente presenti antiossidanti e riducenti, come l’acido ascorbico o eritorbico e il sodio metabisolfito che controllano le reazioni ossidative e impediscono che si realizzino prima che i precursori siano penetrati nel capello.
La reazione colorante, comporta che i precursori di piccolo peso molecolare penetrando formino complessi di maggior peso molecolare come le basi di Bandrowski, a cui alcuni studi attribuiscono i rischi mutageni correlati alla p-phenylenediamine (PPD), che con altri intermedi di reazione come quinonammine o difenilammine in ambiente basico con acqua ossigenata formano con gli accoppianti complessi intensamente colorati.
Il veicolo, il pH, i volumi dell’acqua ossigenata, il tempo di applicazione/reazione influenzano sensibilmente la qualità della colorazione .

Coloranti erbali

Alcuni estratti erbali possono comportarsi come coloranti semipermanenti.
I più conosciuti sono l’estratto dalla Lawsonia, alias Henna o Hennè, e l’estratto di Indigofera. Molte altre piante hanno un potere tintorio sui capelli significativo. Le stesse camomilla e artemisia (camomilla romana) nonostante l’effetto molto blando sono considerate “coloranti” tradizionali dei capelli. Sono molti i pigmenti vegetali come quelli estratti dal rabarbaro, dal mallo di noce, dalla robbia indicati da alcuni per il loro potenziale utilizzo sui capelli. Nessuno di questi estratti erbali è stato inserito nella lista dei coloranti ammessi dall’Unione Europea mentre L’Henna è riconosciuto e normato dalla FDA americana come colorante solo per capelli. Alcuni coloranti per capelli venduti come erbali non lo sono affatto e molti sequestri di prodotti basati sulla cosiddetta “black henna” sono stati motivati da concentrazioni di PPD ampiamente sopra i limiti ammessi.

Coloranti metallici o minerali

Pigmenti metallici o minerali sono stati utilizzati per secoli, ma per la intrinseca tossicità sono caduti in disuso. Sono riconosciuti come coloranti per capelli nell’Unione europea :
Mentre
anche se citati in inventario come coloranti per capelli non sono inclusi negli appositi allegati del regolamento europeo.
L’utilizzo abbinato a riducenti stabilizza ed amplifica il colore dei coloranti metallici o minerali.
Il tradizionale Khol, alias kajal, alias Surma è stato da anni proibito in quasi tutto il mondo essendo composto prevalentemente da solfuro di piombo della cui tossicità non è necessario parlare. Anche il diacetato di piombo, con INCI: LEAD ACETATE, ancora permesso ed autorizzato negli USA specie per lo scurimento progressivo, è stato bandito dal cosmetico europeo.

Rodolfo Baraldini

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Riferimenti bibliografici sulla colorazione dei capelli

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